Il passare del tempo influisce negativamente sulla fertilità femminile: con il passare degli anni la qualità degli ovociti peggiora e la riserva ovarica si riduce, il che può portare a problemi nel raggiungere una gravidanza.
Questo è comune dopo i 40 anni, anche se ci sono donne che soffrono di una diminuzione precoce della quantità e qualità dei loro ovociti.
In alcuni casi si parla di insufficienza ovarica primaria; in altri, di menopausa precoce.
Per diventare madri, molte di queste pazienti devono ricorrere alla donazione di ovuli, le loro ovaie infatti non rispondono più adeguatamente ai trattamenti di stimolazione eseguiti prima della fecondazione in vitro utilizzando i propri ovociti.
Cos’è il ringiovanimento ovarico?
Il termine “ringiovanimento ovarico” è utilizzato per descrivere una serie di tecniche, alcune delle quali molto innovative e pionieristiche, che mirano a invertire i processi di insufficienza ovarica primaria o menopausa precoce.
Il suo obiettivo è aiutare le pazienti a ottenere ovuli maturi in modo che possano successivamente sottoporsi alla fecondazione in vitro o ICSI e poter ottenere così una gravidanza con i propri ovociti.
Ringiovanimento ovarico e gravidanza
Per valutare il successo di un trattamento di ringiovanimento ovarico, dobbiamo analizzare:
- Il ripristino endocrino. È caratterizzato dalla diminuzione dei sintomi climaterici (sintomi tipici della menopausa, quali insonnia, difficoltà ad addormentarsi, irritabilità, sensazioni di tensione, ansia, vampate di calore, sudorazione inspiegabile, senso di oppressione al petto, palpitazioni, disturbi osteo articolari e dolori muscolari, secchezza vaginale, disfunzioni sessuali, ecc.).
- Il riavvio del ciclo ovarico.
Infine, si considererà che il ringiovanimento ha avuto successo se otteremo ovuli nelle donne in cui, senza questo processo, sarebbe stato impossibile.
Cos’è il trattamento Revitalize Ovaia?
Presso Equipo Juana Crespo abbiamo combinato diverse tecniche che prima venivano utilizzate separatamente e che, applicate in modo coordinato e personalizzato, migliorano la funzionalità delle ovaie e dell’endometrio.
Questo è ciò che abbiamo chiamato Revitalize Ovaia e Revitalize Endometrio
Per capire cos’è Revitalize Ovaia, dobbiamo prima spiegare cos’è e come funziona la riserva ovarica.
La riserva ovarica di una donna è costituita da follicoli primordiali chiamati follicoli “dormienti” che si trovano nell’ovaio dalla nascita.
Ogni mese, l’ovaio attiva fino a 1.000 di questi follicoli primordiali che gradualmente si sviluppano in una struttura più completa e complessa chiamata «follicoli antrali».
I follicoli antrali sono visibili attraverso gli ultrasuoni all’inizio di ogni ciclo mestruale e sono suscettibili alla stimolazione ormonale, sia naturale che attraverso farmaci, per maturare ed essere fecondati.
Il trattamento Revitalize Ovaia permette di migliorare il transito dei follicoli dormienti (ovvero la riserva ovarica innata della donna) verso i follicoli antrali (ovvero quelli suscettibili di essere stimolati) favorendo la formazione degli ovuli maturi.
Le tecniche di Revitalize Ovaia
Questo trattamento di ringiovanimento ovarico si basa sull’utilizzo di tre tecniche:
- Mobilizzazione delle cellule staminali del midollo osseo.
- Micropunture (microiniezioni) di PRGF (plasma ricco di fattori di crescita) per migliorare la qualità degli ovociti.
- Stimolazione dei fattori di crescita attraverso un protocollo personalizzato.
Il trattamento di ringiovanimento ovarico Revitalize Ovaia può essere eseguito mediante laparoscopia o puntura.
È raccomandato per le donne con una prognosi sfavorevole nei trattamenti di riproduzione assistita a causa di scarsa qualità ovulare, insufficienza ovarica prematura, bassa riserva ovarica o scarsa risposta alla stimolazione ovarica a causa della loro età o malattie come l’endometriosi.
Secondo la nostra esperienza, le donne di età compresa tra i 40 ei 42 anni destinate all’ovodonazione che si sottopongono a questo trattamento migliorano la qualità degli ovociti sia morfologicamente che cromosomicamente fino al 40% dei casi.
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